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Mr. DarkLeo
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OcchioSvizzero: Quel limite tra morte e sport Empty OcchioSvizzero: Quel limite tra morte e sport

Dom Set 26 2010, 16:04
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Maledetto 5 settembre?

5 settembre 1970: l’austriaco Jochen Rindt, pilota di F1, perde il controllo della sua velocissima Lotus durante le qualifiche del GP di Monza e va a sbattere contro il guard-rail. Vani i soccorsi, muore in ambulanza. Rindt, un solo mese più tardi, diviene persino l’unico pilota della storia a laurearsi campione del mondo postumo.

5 settembre 1993: lo statunitense Waine Rainey, già tre volte campione del mondo nel motociclismo, si schianta in una curva a Misano. Riporta fratture alla colonna vertebrale e conseguente paralisi degli arti inferiori.

5 settembre 2010: ancora a Misano, il giovane promettente nipponico Shoya Tomizawa cade in rettilineo e viene investito a 200 Km/h dagli incolpevoli piloti che lo seguivano. Nemmeno ventenne, Tomizawa spira non molto più tardi all’ospedale di Riccione, mentre le immagini del terribile incidente girano il mondo.

La maledizione del 5 settembre? Per i più superstiziosi evidentemente il 5 settembre sarà una data da non dimenticare, per tutti gli altri solo un’assurda triste coincidenza.

"Se ne è andato facendo qualcosa che amava"

Le solite polemiche sono giunte da ogni parte, incriminando sicurezza, velocità, soccorsi e nel caso specifico la mancata sospensione della gara e la pessima gestione del post-gara e via di questo passo. Ma come tante altre volte purtroppo, come cantano i Queen, "The Show Must Go On". Secondo il dottor Macchiagodena interrompere la gara avrebbe solo aumentato la confusione in pista e ostacolato comunque i soccorsi, ma restano molti dubbi. Perlomeno con l’interruzione i soccorritori non sarebbero addirittura inciampati facendo cadere la barella di Tomizawa mentre cercavano di portarlo fuori dal circuito. La questione più equivoca è però legata alla scelta di continuare a seguire tutto il programma della giornata, rispettando cerimonie di premiazione e facendo scattare come nulla fosse la gara della MotoGP. Sicuramente un pò più di rispetto, silenzio e riflessione su una giovane vita spezzata sarebbe stato un bel gesto.

La tragedia di Misano oltretutto giunge a una sola settimana di distanza da una simile circostanza. Infatti domenica mattina, prima della gara della categoria 125cc, il circus ha osservato un minuto di silenzio in onore del "bambino motociclista", lo statunitense Peter Lenz, morto a soli 13 anni in una gara di una categoria di contorno al GP del motomondiale a Indianapolis. Prima dei due casi di questi giorni l’ultimo a perdere la vita su due ruote in un circuito fu un altro nipponico, Daijiro Kato, nel 2003. Il motociclismo è una competizione rischiosa, i piloti sanno a cosa possono andare incontro, come lo sanno tutti gli altri sportivi che si cimentano in sport considerati estremi o comunque altamente pericolosi. "Penso spesso alla morte, ma spero che lei non pensi mai a me", affermava Tambay, ex pilota automobilistico francese. Infatti non solo moto, nel recente passato come non ricordare Nodar Kumaritashvili, l’atleta georgiano deceduto mentre provava col suo Slittino la pista olimpica di Vancouver 2010. Anche in questo caso la festa non si fermò e la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici si svolse come da copione. Sempre in tema invernale impossibile dimenticarsi della campionessa francese di sci alpino Régine Cavagnoud, che perse la vita a Innsbruck nel 2001 durante un allenamento oppure l’austriaco Reinstadler, morto nelle prove della discesa di Wengen nel 1991. Tornando ai motori, sono ancora tristemente vividi nei ricordi degli appassionati, i decessi di intramontabili campioni di sport e di vita come Gilles Villeneuve e Ayrton Senna. Quest’ultimo resta (speriamo per sempre), l’ultimo pilota di F1 a esser passato a miglior vita all’interno di un autodromo, in quel funesto weekend di gara a Imola, nel 1994, quando solamente il giorno prima perse la vita anche l’austriaco Ratzenberger.

Alla memoria di tutti questi indimenticati atleti si addice una storica affermazione del sopracitato canadese Gilles Villeneuve:

Se cerchi il limite intanto devi passarlo.
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